Beatrice Condrò

Articolo del 21-12-2022

Il sonno rappresenta un momento fondamentale per il benessere dell’organismo. Affinchè sia davvero riposante, esso dovrebbe essere sufficientemente lungo e privo di interruzioni. Quando il sonno è interrotto da risvegli notturni, o da microrisvegli, al mattino sarà probabile sentirsi stanchi e privi di voglia di fare.

Al contrario, dormendo in maniera continuativa e non frammentata, è possibile sentirsi rigenerati e percepire il sonno come un momento davvero benefico e ristoratore.

Vi sono molte ragioni per le quali, talvolta, capita di svegliarsi spesso durante la notte: ciò potrebbe avvenire a causa di un’insonnia temporanea, di un momento di stress, come conseguenza di un periodo particolarmente intenso e impegnativo sotto il punto di vista personale o professionale.

Svegliarsi ripetutamente durante la notte potrebbe però anche essere frutto di altre patologie più gravi e croniche, come ad esempio alcuni disturbi del sonno.

Una delle patologie che più frequentemente causa risvegli notturni è la sindrome delle apnee ostruttive del sonno: si tratta di una sindrome caratterizzata da pause respiratorie che avvengono durante il sonno, dovute all’ostruzione parziale o totale delle vie aeree superiori. Chi ne soffre viene svegliato più volte, nel corso della notte, da un senso di soffocamento che inevitabilmente disturba il riposo.

 

Questi risvegli intermittenti, anche se a volte non vengono immediatamente percepiti dal paziente, sono responsabili di eccessiva sonnolenza diurna, cefalee mattutine e riduzione delle performance nello svolgimento delle normali mansioni quotidiane.

Quali sono le cause dei risvegli notturni?

Per risveglio notturno si intende uno o più episodi di interruzione del corso regolare del sonno.

I risvegli possono essere di varia durata, poiché il tempo necessario a riaddormentarsi varia da persona a persona: in alcuni casi l’individuo può riaddormentarsi dopo pochi minuti, in altri casi il risveglio può perdurare e impedire di tornare a dormire in maniera profonda.

Le cause dei risvegli notturni possono essere molto varie:

  • Disturbi del sonno
  • Dolore
  • Necessità di urinare
  • Farmaci
  • Stress e ansia
  • Età avanzata
  • Abitudini o stile di vita.

 

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Le apnee ostruttive del sonno e altri disturbi come ad esempio la sindrome delle gambe senza riposo possono rendere discontinuo il tempo in cui si dorme.
Esistono poi altre patologie, non direttamente legate al sonno, che possono dar luogo a risvegli notturni. Tra queste, problemi cardiologici, di respirazione, ormonali o ad esempio la necessità frequente di urinare durante la notte.

Anche l’assunzione di alcuni tipi di farmaci può causare episodi di insonnia. La qualità del nostro sonno può essere messa a dura prova anche dallo stress e dall’ansia. Un periodo di preoccupazioni o di tensioni può rendere difficile addormentarsi o essere causa di frequenti risvegli notturni.

Esistono poi anche cause di risveglio notturno legate a momenti particolari della propria vita: pensiamo ad esempio al caso dei neo genitori o dei caregiver che accudiscono un disabile e, più in generale, alle persone anziane che con l’età vedono inevitabilmente variare il proprio ritmo sonno-veglia.

Infine, a causare i risvegli notturni possono essere anche delle abitudini sbagliate legate al proprio stile di vita oppure dovute a episodi occasionali: parliamo ad esempio di abuso di alcol, fumo, caffè, uso intensivo di dispositivi elettronici a letto, jet lag dopo un lungo viaggio o semplicemente troppa luce e troppo rumore nella camera da letto.

Cosa fare per eliminare i risvegli durante il sonno?

Quando i risvegli notturni non rappresentano episodi casuali ma diventano un’abitudine, a risentirne è anche il nostro umore e la capacità di svolgere al mattino le nostre regolari occupazioni.

Dopo aver dormito male si avverte infatti una sonnolenza che limita la vita sociale e impedisce di lavorare e persino di guidare. Nei casi più gravi si può incorrere in colpi di sonno improvvisi, che mettono a rischio l’incolumità personale.

Il consiglio, quando i risvegli notturni sono frequenti, è quello di rivolgersi ad uno specialista che potrà identificare le cause che portano all’insonnia e aiutare il paziente a ridurre o eliminare il problema.

Oltre a seguire i consigli del medico, sarà fondamentale adottare uno stile di vita più sano, evitando eccessi a tavola, mangiando in maniera bilanciata e privilegiando alimenti ricchi di vitamine e minerali. In particolare, le linee guida per un buon sonno suggeriscono di evitare pasti serali abbondanti, molto calorici e ad elevato contenuto proteico (carne, pesce).
Può essere d’aiuto per combattere gli episodi di insonnia anche praticare un po’ di movimento. Tuttavia, lo sport a tarda sera sarebbe da evitare. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’esercizio fisico prima di coricarsi non rilassa; fare sport, infatti, causa rilascio di adrenalina, la quale può mantenere l’organismo in agitazione per molte ore.

È opportuno anche cercare di raggiungere una regolarità per quanto riguarda gli orari in cui si è svegli e quelli in cui si va a dormire, per ripristinare un ritmo sonno-veglia ottimale. Il letto e la camera da letto, inoltre, non dovrebbero essere usati per nessun’altra attività al di fuori del sonno e dell’attività sessuale.
Infine, sarà bene spegnere i propri device almeno tre ore prima di andare a letto e curare lo spazio della zona notte, assicurandoci che mentre dormiamo sia privo di luce e di rumori.

Se, infatti, l’esposizione alla luce solare è utile al mattino, in quanto aiuta il corpo a produrre melatonina, di notte, al contrario, la luce di schermi e video può confondere il cervello, stimolandone l’attività invece di favorirne il rilassamento.

 

Articolo del 21-12-2022

Beatrice Condrò

La dott.ssa Beatrice Condró, laureata in medicina e chirurgia presso l’Università degli studi di Roma La Sapienza e specializzata in neurologia presso l’Università Cattolica del sacro cuore con il massimo dei voti, attualmente lavora come specialista ambulatoriale presso la ASL Roma 3, gestendo numerosi pazienti affetti da problematiche neurologiche, compresi i disturbi del movimento, le malattie neuromuscolari ed i disturbi del sonno.