Articolo del 30-05-2023
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Il bruxismo, fenomeno che si verifica in particolare di notte ma che può manifestarsi anche durante la veglia, consiste in uno stringimento involontario delle mascelle e nel conseguente digrignamento dei denti, con le arcate superiore e inferiore della bocca che si trovano a sfregare tra di loro.
Si tratta appunto di un serramento che la persona soggetta a bruxismo compie involontariamente e che, come vedremo a breve, può comportare mal di testa, dolore alla mandibola o usura dei denti.
Il bruxismo colpisce indifferentemente uomini e donne e può riguardare anche i bambini: in quest’ultimo caso compare soprattutto nei soggetti caratterizzati da iperattività e in età inferiore ai 5 anni, e tende perlopiù a scomparire in epoca adolescenziale.
Cerchiamo di approfondire.
Quali sono i sintomi del bruxismo?
Il principale sintomo del bruxismo è rappresentato dal digrignamento dei denti, che è prevalentemente notturno ma che, talora, può verificarsi anche durante la veglia.
Tra i sintomi principali del bruxismo troviamo:
- un digrignamento dei denti così intenso da essere percepito dalla persona con cui si condivide il sonno;
- mal di testa;
- denti scheggiati, rovinati, allentati o doloranti;
- smalto dei denti consumato;
- mascella indolenzita o che non si chiude completamente;
- indolenzimento o dolore al collo, al viso o alle orecchie;
- apnee notturne e russamento.
Quali sono le cause del bruxismo?
Le cause esatte del bruxismo ad oggi non sono ancora del tutto note; sembra comunque che esso sia la risultanza di una combinazione di:
- fattori fisici;
- fattori genetici;
- fattori psicologici.
Tra le cause fisiche, è possibile individuare il disallineamento delle arcate dentarie e denti mancanti o storti, mentre da un punto di vista genetico, pare accertato che vi sia una familiarità nel bruxismo, e che dunque sia più facile esserne soggetti se qualcuno in famiglia ne soffre.
Il bruxismo può, inoltre, essere associato ad altre patologie, come ad esempio: il morbo di Parkinson, la demenza, il disturbo da reflusso gastroesofageo, l’epilessia, il deficit da attenzione e alcuni disturbi del sonno, come le apnee del sonno.
Vi sono poi farmaci che possono causare bruxismo, come ad esempio alcuni antidepressivi, ma anche sostanze come alcol, tabacco, caffeina o alcune droghe possono aumentare il rischio di digrignamento.
Tra i fattori psicologici del bruxismo, possiamo individuarne alcuni che si verificano durante la veglia come ad esempio:
- l’ansia;
- la frustrazione;
- lo stress;
- la rabbia;
- la tensione.
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Correlazione tra bruxismo e apnee ostruttive del sonno
Vi sono in corso alcuni studi che mettono in correlazione il digrignamento notturno dei denti con le apnee notturne (OSAS), fenomeno dovuto ad un’ostruzione delle vie respiratorie superiori ,che può comportare interruzioni nella respirazione durante il sonno.
Tali studi stanno infatti dimostrando l’esistenza di una forte correlazione tra i due fenomeni, tuttavia non è ancora stato scoperto se via sia tra di essi una relazione causale diretta.
Quel che è certo è che molti individui che soffrono di bruxismo sono anche soggetti ad apnee ostruttive notturne.
Le conseguenze del digrignamento notturno dei denti
Le principali conseguenze del bruxismo sono a carico del cavo orale: lo smalto e la dentina nelle corone possono risultare consumati, i denti possono cominciare a muoversi, a scheggiarsi o rovinarsi, talvolta addirittura si può avere perdita dei denti.
Di conseguenza, il bruxismo cronico potrebbe rendere necessario ricorrere a ponti, corone o protesi.
Inoltre, il digrignamento notturno dei denti può generare forti mal di testa e disturbi nelle articolazioni temporomandibolari, con conseguenti fastidi intensi e capaci di influire negativamente sulla qualità di vita del soggetto colpito.
Come si cura il bruxismo?
Anche per il bruxismo, come sempre accade, la cosa migliore una volta individuato il problema è rivolgersi ad un medico per cercare la più corretta risoluzione del fenomeno.
Per fermare il digrignamento notturno o diurno dei denti, risulta efficace l’utilizzo del bite, un piccolo apparecchio odontoiatrico che, interponendosi tra le arcate dentali, ne evita lo sfregamento. Si tratta di fatto di una sorta di paradenti.
Se il bite da solo non risulta sufficiente, si può optare ad esempio per un intervento chirurgico mininvasivo.
Quando il bruxismo si associa ad altri fenomeni, come ad esempio alle apnee ostruttive notturne e al russamento (c.d. roncopatia), sarà necessario ricorrere a terapie combinate, al fine di individuare la terapia migliore per il paziente.
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Gli specialisti potrebbero, ad esempio, ricorrere alla sleep endoscopy, un esame endoscopico che viene svolto in ospedale e che consiste in un sonno indotto durante il quale vengono eseguite alcune manovre o posizionati dei simulatori di apparecchi ortodontici, per capire se l’inserimento di un bite potrebbe essere utile a risolvere sia il bruxismo che la roncopatia.
Articolo redatto dal Team Sonnoservice
Articolo del 30-05-2023