Emiliana Meleo
Articolo del 16-06-2023
Indice
L’ossigeno è una molecola essenziale alla vita umana e si trova naturalmente nell’aria che respiriamo. A volte, però, questa quantità non è sufficiente e si rende necessaria una terapia in grado di integrarlo.
L’ossigenoterapia consiste, appunto, nell’apportare un supplemento di ossigeno a scopo terapeutico.
Costituisce un valido supporto per migliorare l’ossigenazione del sangue in tutti quei casi in cui risulta essere scarsa, per facilitare la respirazione e, di conseguenza, aumentare la sopravvivenza di pazienti con patologie cardiache e respiratorie.
Scopriamo di più.
A cosa serve l’ossigenoterapia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera l’ossigenoterapia un trattamento sicuro ed efficace.
La somministrazione di ossigeno apporta all’organismo umano importanti benefici in tanti casi, anche se è necessario che i livelli di ossigeno siano al di sotto di un preciso valore prima di ricorrere all’ossigenoterapia.
Una quantità eccessiva di ossigeno potrebbe, infatti, rappresentare un danno e non un beneficio per i polmoni.
Quando, invece, i livelli di ossigeno sono bassi, un’ossigenazione supplementare aiuta l’organismo a superare una condizione di disagio, ad esempio in presenza di disturbi respiratori (come una polmonite grave), di attacchi di asma intensi o in caso di sindrome da distress respiratorio.
L’ossigenoterapia è indicata per adulti e anche per bambini in presenza di suddette sintomatologie.
Quando si usa l’ossigenoterapia?
Come accennato in precedenza, sono numerose le patologie che causano una diminuzione importante dei livelli di ossigeno.
Quando si verifica una simile condizione il funzionamento dell’organismo risulta compromesso, al punto da mettere a rischio la vita del paziente.
In molti casi si tratta di patologie croniche, che richiedono quindi una terapia a base di ossigeno di lunga durata.
Tra le principali patologie croniche che possono causare una diminuzione dei livelli di ossigeno si riscontrano:
- fibrosi cistica;
- asma;
- bronchite cronica;
- insufficienza cardiaca grave;
- tumori in fase avanzata;
- broncopneumopatia cronica ostruttiva;
- enfisema polmonare;
- malattie neurodegenerative in fase avanzata.
Vi sono, poi, delle patologie acute che richiedono un ricorso tempestivo all’ossigenoterapia che, in questi casi viene, utilizzata come terapia salvavita. Tra queste:
- emorragie;
- crisi anafilattiche;
- condizioni di ipotermia;
- intossicazione da monossido di carbonio.
Ossigenoterapia: le diverse modalità di somministrazione
Esistono diverse modalità con cui è possibile ripristinare i livelli ottimali di ossigeno del sangue.
L’ossigenoterapia a scopo terapeutico, in base anche alla gravità delle condizioni del paziente, può essere di tipo domiciliare o ospedaliero.
Nella maggioranza dei casi, si richiede la somministrazione di ossigeno in ospedale nei casi di patologie acute, con intervento salvavita. Nelle patologie croniche, invece, si ricorre alla somministrazione domiciliare con una gestione autonoma da parte del paziente.
A variare è anche la tipologia di ossigeno che viene somministrato che può essere in forma gassosa (contenuto, quindi, in bombole di piccole, medie o grandi dimensioni) o in forma liquida.
In questo caso l’ossigeno si presenta come liquido refrigerato che diventa gas uscendo fuori dal contenitore in cui viene conservato.
Si parla, infine, di ossigeno concentrato in presenza di uno strumento elettrico che è in grado di prelevare aria da un ambiente esterno e selezionare esclusivamente l’ossigeno, per poterlo utilizzare a scopo terapeutico in forma concentrata.
Concentratori di Ossigeno
- al numero verde 800 635 040
- in chat (dal box in basso a sinistra),
Inoltre, l’ossigeno può essere somministrato attraverso strumentazioni differenti, tra queste:
- maschera facciale;
- sondino nasale;
- in caso di tracheostomia: collegato alla cannula tracheostomica tramite tracheolife o somministrato con ventilatore meccanico nel caso di pazienti in ventilazione meccanica invasiva;
- tenda a ossigeno;
- incubatrice;
- camera iperbarica;
- ventilatore meccanico (sia in ventilazione meccanica invasiva che non invasiva).
È sempre il medico ad individuare la modalità di somministrazione indicata per ogni paziente che richieda ossigenoterapia, valutando le condizioni di salute e la tipologia di intervento necessaria.
Quali sono gli effetti collaterali dell’ossigenoterapia?
In generale, l’ossigenoterapia è una terapia molto sicura, che presenta un rischio di complicazione ridotto.
Il principale campanello d’allarme sta nella quantità di ossigeno che viene somministrata al paziente perché, come accennato finora, anche dei livelli eccessivi di questa molecola, al pari di una carenza, possono rivelarsi pericolosi.
La somministrazione di una dose eccessiva di ossigeno può causare diverse complicazioni, ad esempio:
- danni polmonari;
- coma ipercapnico;
- patologie della retina, soprattutto nei neonati (retinopatia del prematuro).
Inoltre, esistono casi in cui questa terapia è completamente controindicata e praticarla si rivela drammaticamente dannosa per il paziente.
Ciò avviene, ad esempio, in caso di avvelenamento da paraquat (un comune diserbante) o in caso di esposizione ad ossigeno a flussi elevati.
Tra gli altri effetti collaterali dell’ossigenoterapia si riscontrano: sangue dal naso, mal di testa, rischio di lesioni.
Dunque, il consulto con il proprio medico e periodici controlli sono sempre opportuni.
Articolo del 16-06-2023