Dott.ssa Ginevra Del Giudice
Articolo del 25-11-2024
La fibrosi polmonare è un disturbo che si verifica quando il tessuto polmonare si danneggia fino ad arrivare ad un processo di cicatrizzazione; questo tessuto ispessito e rigido rende più difficile il corretto funzionamento dei polmoni.
La fibrosi polmonare peggiora nel tempo: alcune persone possono rimanere stabili per molto tempo, ma la condizione si può aggravare più rapidamente in altre.
Scopriamo di più.
Cos’è la fibrosi polmonare?
La cicatrizzazione che si verifica nella fibrosi polmonare può essere provocata da molte variabili: spesso, i medici e gli altri operatori sanitari non riescono a individuare la causa del problema.
Quando non si riesce a trovare una causa, la condizione viene chiamata fibrosi polmonare idiopatica e, di solito, si verifica negli adulti di mezza età e negli anziani (raramente viene diagnosticata nei bambini e nei neonati).
Nella forma idiopatica, il danno polmonare causato dalla fibrosi polmonare non può essere riparato; i farmaci e le terapie possono, talvolta, aiutare a rallentare il tasso di fibrosi, alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita. Per alcune persone, un trapianto di polmone potrebbe essere un’opzione.
Quali sono i sintomi della fibrosi polmonare?
I sintomi della fibrosi polmonare possono includere:
- dispnea;
- tosse secca;
- estrema stanchezza;
- perdita di peso;
- dolori muscolari e articolari;
- allargamento e arrotondamento delle punte delle dita delle mani o dei piedi, chiamato ippocratismo digitale.
La velocità con cui la fibrosi polmonare peggiora nel tempo e la gravità dei sintomi possono variare notevolmente da persona a persona.
Alcune persone si ammalano e peggiorano molto rapidamente, altre hanno sintomi moderati che peggiorano più lentamente, nel giro di mesi o anni.
Nelle persone con fibrosi polmonare, in particolare fibrosi polmonare idiopatica, la mancanza di respiro può peggiorare improvvisamente nel giro di poche settimane o giorni in corso di episodi di riacutizzazione: questo fenomeno è chiamato esacerbazione acuta e può essere pericolosa per la vita.
La causa di una esacerbazione acuta può essere un’altra condizione o una malattia, come un’infezione polmonare (ma di solito la causa non è nota).
Fibrosi polmonare e ossigenoterapia
L’ossigenoterapia a lungo termine è considerata un trattamento inevitabile nei pazienti con fibrosi polmonare con progressione della malattia, sia in modo intermittente durante lo sforzo o il sonno, sia in modo continuo con malattia grave.
Le indicazioni per l’ossigenoterapia continua dipendono dalla tensione arteriosa dell’ossigeno e dalla saturazione dell’ossigeno pulsato.
In generale, una tensione arteriosa dell’ossigeno al di sotto dei 56 mmHg o una saturazione dell’ossigeno pulsato inferiore a 89 mmHg sono un’indicazione per l’ossigenoterapia continua.
Tuttavia, nei casi in cui vi sia presenza di cuore polmonare, policitemia o insufficienza cardiaca destra, i valori minori di 60 mmHg nel primo caso o minori di 90 mmHg nel secondo caso sono un’indicazione per l’ossigenoterapia continua.
L’ossigenoterapia può essere indicata durante il sonno se il paziente soddisfa i criteri di cui sopra o se c’è un’evidenza clinica di ipossiemia notturna tra cui:
- insonnia;
- mal di testa mattutini;
- funzione cognitiva compromessa.
L’iperossia migliora la tolleranza all’esercizio in modo dose-dipendente, fino a una frazione di ossigeno inspirato del 50% e, quindi, l’ossigenoterapia può essere indicata se il paziente presenta una dispnea significativa durante l’esercizio anche se non è presente desaturazione.
È importante notare, tuttavia, che l’ossigeno non è né benefico né fornisce sollievo sintomatico come trattamento palliativo nella dispnea senza ipossiemia nei pazienti con malattie polmonari avanzate.
L’ossigenoterapia può migliorare la qualità della vita, la funzionalità mentale, la capacità di esercizio e ridurre la frequenza di ospedalizzazione, le complicazioni cardiovascolari e la mortalità.
Sebbene l’ossigenoterapia sia necessaria per correggere l’ipossiemia, la portata di ossigeno deve essere regolata accuratamente in base a tensione arteriosa dell’ossigeno e saturazione dell’ossigeno pulsato per mantenere un adeguato stato acido-base, che può essere valutato perfettamente tramite misurazioni del gas nel sangue arterioso.
Articolo del 25-11-2024