Articolo del 09-05-2018
L’obesità è uno dei principali fattori di rischio delle apnee ostruttive del sonno. Le apnee notturne sono una malattia cronica comune nella società occidentale la cui prevalenza è stimata essere il 6% nella popolazione generale [1]
Questa patologia è caratterizzata dall’occlusione delle vie aeree superiori durante il sonno, con diminuzione del livello di concentrazione di ossigeno nel sangue e conseguenti risvegli frequenti.
Obesità e apnee notturne
Quali sono gli elementi, tipici dell’obesità, maggiormente rilevanti ai fini dello sviluppo delle apnee notturne?
- Girovita Largo: detto anche obesità addominale, è indice di una elevata presenza di grasso a livello dell’addome
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- Circonferenza del collo: le persone con una circonferenza del collo molto larga possono avere problemi respiratori causati da un restringimento delle vie aeree dovuto al peso della massa grassa.
Per gli uomini, il rischio aumenta se la circonferenza del collo è maggiore o uguale a 43 centimetri. Nelle donne, il rischio aumenta se la circonferenza del collo è superiore ai 38 centimetri.
- Circonferenza del collo: le persone con una circonferenza del collo molto larga possono avere problemi respiratori causati da un restringimento delle vie aeree dovuto al peso della massa grassa.
- Alto livello di trigliceridi nel sangue
- Bassi livelli di colesterolo HDL (colesterolo buono)
Oltre all’obesità, altri fattori di rischio delle apnee sono: sesso maschile, età e fattori di tipo ereditario.
E’ bene ricordare che sovrappeso e obesità non incidono solo sulla probabilità di soffrire di apnee ostruttive, ma predispongono il paziente a sviluppare anche il diabete mellito [2], l’ictus e altre patologie cardiovascolari [3, 4].
Obesità e apnee notturne: livelli di rischio
Gradi di obesità lievi o moderati sono associati a una marcata prevalenza delle apnee notturne.
Nell’obesità grave (IMC> 40 kg / m2), la prevalenza dell’apnea notturna si stima essere addirittura tra il 40 e il 90%.
Dati più recenti del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) documentano un drammatico aumento della prevalenza dell’obesità, con stime di prevalenza di circa il 60% (indice di massa corporea [ IMC]> 25 kg / m3) e il 30% ( IMC> 30 kg / m3) negli adulti sovrappeso e obesi.
Anche il sesso è un fattore di rischio per la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno: si ritiene infatti che gli uomini abbiano un rischio da due a tre volte superiore rispetto alle donne di soffrire di apnee a causa della diversa distribuzione del tessuto adiposo.
Negli uomini infatti, diversamente dalle donne, il grasso è concentrato maggiormente intorno a collo, tronco e visceri addominali.
L’eccessivo grasso viscerale, correlato al progredire dell’età, determina un aumento della prevalenza delle apnee notturne negli uomini, ma anche nelle donne in postmenopausa.
All’aumentare dell’indice di obesità, l’apnea notturna può contribuire allo sviluppo di ipoventilazione alveolare diurna (sindrome da ipoventilazione dell’obesità) e di insufficienza respiratoria e cardiaca [5, 6].
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Prevenzione
La prima cosa da fare è senza dubbio perdere il peso in eccesso.
In secondo luogo, è bene condurre una vita sana e mantenere una dieta equilibrata associata ad una regolare attività fisica.
Altri accorgimenti da mettere in atto sono:
- Evitare di bere alcolici
- Evitare di fumare
- Mantenere l’indice di massa corporea (IMC) tra 21 e 23
- Consumare 5 porzioni al giorno di cibi di origine vegetale
- Dormire in posizione supina o su un lato
- Evitare cibi troppo pesanti e ricchi di grassi
In alcuni casi il medico, dopo aver letto il referto della polisonnografia, potrebbe consigliare l’utilizzo della CPAP, un dispositivo ventilatorio a pressione positiva continua che mantiene aperte le vie aeree e ne ostacola l’occlusione mentre dormiamo.
Obesità e apnee notturne: il trattamento
In due studi controllati, si dimostra che una riduzione del peso corporeo del 10-15% porta a una riduzione di circa il 50% dell’indice di gravità delle apnee notturne (AHI – Indice di apnea e ipoapnea per ora di sonno) in pazienti maschi moderatamente obesi.
Negli ultimi anni, le procedure di chirurgia bariatrica sono state sempre più utilizzate per il trattamento dell’obesità grave.
Queste procedure combinano il bendaggio gastrico con il bypass gastroesofageo per indurre sazietà precoce e malassorbimento dei nutrienti, portando a una perdita di circa il 60% del peso corporeo in eccesso nei primi 12-18 mesi dopo l’intervento.
In questo modo, si riesce a ridurre l’indice AHI nella stragrande maggioranza dei pazienti, risolvendo al contempo il problema dell’apnea notturna nell’85,7% dei casi.
La CPAP, che garantisce l’apertura delle vie aeree superiori durante il sonno, rimane la terapia più efficace per le apnee ostruttive del sonno. Anche in caso di intervento di chirurgia bariatrica, l’utilizzo della CPAP prima e dopo l’intervento chirurgico consente di gestire in modo sicuro una molteplicità di procedure chirurgiche e di somministrare liberamente farmaci sedativi, analgesici e anestetici senza incorrere in complicanze maggiori.
I pazienti che utilizzano la CPAP prima dell’operazione presentano una più bassa incidenza di complicanze postoperatorie con una degenza più breve.
A cura del Team SonnoService
Riferimenti
Articolo del 09-05-2018