Dott.ssa Ginevra Del Giudice
Articolo del 02-05-2024
La bronchite cronica è un’infiammazione della mucosa che riveste i bronchi, il cui principale sintomo è una tosse persistente con produzione eccessiva di muco, con eventuali difficoltà respiratorie.
Perché possa definirsi “cronica”, deve presentare queste manifestazioni per almeno 3 mesi (anche non consecutivi) nell’arco di due anni.
Correlata ad una serie di agenti inalatori dannosi quali fumo di sigaretta, inquinamento atmosferico o sostanze tossiche, la bronchite cronica tende ad evolversi in modo progressivo, a riacutizzarsi in presenza di fattori scatenanti quali l’esposizione alla sostanze irritanti, gli sbalzi di temperatura o le allergie e rappresenta un danno difficilmente reversibile.
Come l’asma e l’enfisema, fa parte delle c.d. malattie ostruttive croniche delle vie respiratorie (MOCVR): la bronchite cronica, infatti, può causare difficoltà respiratorie, poiché determina una ridotta capacità dei polmoni di scambiare ossigeno e anidride carbonica con il sangue.
Quali sono le cause della Bronchite cronica?
Le cause della bronchite cronica vanno ricercate in una serie di fattori di tipo comportamentale e ambientale quali:
- fumo di sigaretta (incluso il fumo passivo): aumenta il naturale decadimento della funzione respiratoria, riducendo la capacità dei bronchi di eliminare germi e sostanze irritanti;
- smog e inquinanti atmosferici: di questo gruppo piuttosto ampio fanno parte ad esempio le polveri sottili o i prodotti di scarto di stufe o condizionatori;
- esposizione prolungata a sostanze irritanti: fumi e polveri irritanti prodotti ad esempio da alcune attività lavorative o, a livello domestico, dai fumi e dai vapori alimentari.
Inoltre vi sono alcuni soggetti che sembrano avere una maggiore predisposizione alla bronchite cronica, per cause legate a immunodepressione, a patologie respiratorie di base o familiarità per asma o allergie.
Anche un clima freddo e umido può favorire l’irritazione delle vie respiratorie, a causa di una maggior proliferazione di agenti infettivi.
Come si esegue la diagnosi della bronchite cronica?
Una corretta e rapida diagnosi è importante, perché consente di avviare subito un’adeguata terapia e prevenire eventuali complicazioni.
La diagnosi di bronchite cronica coinvolge diverse figure mediche, dal medico di medicina generale o dallo pneumologo si basa sulla raccolta dell’anamnesi che comprende informazioni sul paziente e sui sintomi da esso presentati.
Tra questi vi sono, in particolare:
- tosse persistente;
- eccessiva produzione di muco;
- difficoltà respiratorie o respiro sibilante;
- febbre;
- debolezza;
- faringite;
- disturbi del sonno.
Il medico inoltre si informa sulla presenza di eventuali fattori di rischio, quali appunto il fumo di sigaretta o l’esposizione frequente ad agenti irritanti.
Segue un esame fisico del paziente, chiamato esame obiettivo, durante il quale, tramite stetoscopio, il medico ausculta il torace e valuta il grado di ostruzione delle vie aeree.
Al fine di confermare la diagnosi, possono essere necessari altri esami e indagini strumentali quali:
- analisi del sangue: per verificare gli indici di infiammazione sistemica o la presenza di infezioni;
- radiografia del torace: consente di osservare eventuali infezioni più estese, come ad esempio la polmonite;
- prove di funzionalità respiratoria: il più noto test è la spirometria, che consiste nel registrare i volumi e la velocità di espulsione dell’aria contenuta nei polmoni;
- esame colturale dell’espettorato: può essere utile per determinare l’eventuale presenza di batteri nel muco;
- emogasanalisi arterioso sistemico e ossimetria del polso: si tratta di esami che misurano i livelli di ossigenazione del sangue.
Bronchite cronica: i trattamenti più efficaci
La bronchite cronica è una patologia non reversibile: proprio per questa ragione, una terapia punterà sia a prevenirne la progressione che a limitare le riacutizzazioni, alleviando i sintomi e migliorando la funzione respiratoria.
Il medico stabilirà i trattamenti più efficaci in base alla sintomatologia, all’entità del disturbo, alle cause e alle esigenze del paziente.
In effetti, la prima indicazione è quella di rimuovere le cause che hanno determinato la bronchite cronica, qualunque esse siano.
Quanto ai farmaci, spesso vengono prescritti dei broncodilatatori che migliorano la capacità respiratoria, poiché agiscono dilatando i bronchi e facilitando il passaggio d’aria.
Possono essere indicati anche farmaci corticosteroidi dall’azione antinfiammatoria da abbinare ai broncodilatatori, e farmaci mucolitici che fluidificano le secrezioni mucose e ne facilitano l’eliminazione.
Sempre a questo fine, ovvero per fluidificare il muco, è importante bere molto: un’adeguata idratazione, abbinata al riposo, è una terapia di supporto che affianca quasi sempre i medicinali.
Nei casi più gravi, la bronchite cronica può richiedere anche un ricovero ospedaliero oppure la somministrazione di percorsi di riabilitazione respiratoria (ovvero un programma di esercizi fisici e respiratori per migliorare la capacità polmonare e la resistenza allo sforzo), l’ossigenoterapia (somministrazione di ossigeno supplementare), la ventilazione meccanica non invasiva.
In tutti i casi, il rapporto con il proprio medico curante è fondamentale per segnalare l’efficacia della terapia prescritta e la tolleranza ai farmaci.
Da questo percorso, volto a contenere i sintomi e ad eliminare la causa alla base della patologia, deriverà il miglioramento dei sintomi e una migliore qualità della vita.
Articolo del 02-05-2024