Dott.ssa Ilaria Laccu
Articolo del 27-02-2025
Un sonno disturbato può impattare negativamente su vari aspetti della vita quotidiana: abbiamo deciso di approfondire l’argomento attraverso alcune domande poste alla Dr.ssa Ilaria Laccu, Medico specialista in Neurofisiopatologia del sonno con certificazione Italiana di “Medico Esperto in Medicina del Sonno” ed Europea come “Somnologist” ad indirizzo Respiratorio e Neurologico.
Ecco le domande che le abbiamo posto.
Come possono i disturbi del sonno influenzare la qualità della vita delle persone?
Un sonno disturbato, qualitativamente o quantitativamente insoddisfacente, provoca sintomi diurni che alterano negativamente vari aspetti della nostra giornata.
Secondo il DSM-IV TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, l’alterazione del sonno (o l’affaticabilità diurna associata) causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti.
Tra i sintomi di un paziente che dorme male la notte, sono associati anche disturbi diurni come:
- fatica cronica;
- alterazioni dell’umore;
- scarsa concentrazione;
- disturbi della memoria;
- scarso rendimento scolastico o lavorativo;
- isolamento sociale;
- calo della libido;
- eccessiva sonnolenza diurna.
Quali sono i segnali d’allarme che non si dovrebbero mai ignorare quando si tratta di problemi legati al sonno?
I segnali d’allarme sono sia sintomi diurni che notturni.
Tra i sintomi diurni, oltre quelli appena citati, dobbiamo sicuramente evitare ciò che è più pericoloso nell’immediato, ovvero i colpi di sonno in situazioni pericolose: al lavoro, soprattutto per le altezze, o alla guida.
I sintomi notturni sono la difficoltà nell’iniziare o nel mantenere il sonno, ma anche un risveglio anticipato può ridurre le ore utili al sonno. Prestiamo attenzione anche alla necessità di alzarci per andare frequentemente in bagno (nicturia), agli episodi di tachicardia o al russamento cronico.
Altri sintomi molto sottovalutati sono anche i comportamenti motori violenti in sonno associati a sogni vividi, che possono sottendere patologie neurodegenerative importanti da indagare con il neurologo di riferimento.
Perché è fondamentale ottenere una diagnosi precoce per i disturbi del sonno? Quali rischi comporta trascurarli nel lungo termine?
Una diagnosi precoce è sempre consigliata per evitare la cronicizzazione di alcuni disturbi che potrebbero andare facilmente in remissione con alcuni accorgimenti (per esempio una terapia cognitivo-comportamentale), o anche al fine di evitare l’insorgenza di alcune patologie strettamente legate a patologie del sonno o semplicemente ad un sonno di durata insufficiente.
Tra le patologie neurodegenerative del sistema nervoso centrale, l’Alzheimer e i Parkinsonismi sono caratterizzati dall’accumulo patologico di proteine neurotossiche nella sostanza cerebrale, rispettivamente la beta-amiloide e le alfa-sinucleine.
Durante il sonno profondo (chiamata fase N3) il sistema glinfatico, un sistema di drenaggio del sistema nervoso centrale, provvede all’eliminazione delle sostanze neurotossiche, tra cui queste proteine, che quindi, in caso di insonnia con conseguente carenza di sonno profondo, si accumulano eccessivamente nella sostanza cerebrale, predisponendo a tali patologie.
Anche una riduzione della fase del sonno REM, scarsamente rappresentata nei pazienti con insonnia o anche nei pazienti affetti da apnee notturne, essendo deputata al consolidamento della memoria, può causare disturbi mnemonici e cognitivi invalidanti per le nostre attività quotidiane.
Il sistema cardio-circolatorio nei pazienti con disturbi del sonno viene messo sotto sforzo per diverse motivazioni.
Nei casi di insonnia associata ad riduzione globale delle ore di sonno, si instaura uno squilibrio del sistema simpatico/parasimpatico a favore di una maggiore attivazione del sistema simpatico responsabile di un aumento della pressione arteriosa.
Questo fenomeno causa una condizione definita “profilo non dipping”, riferito, quindi, al quadro di un paziente che non ha il fisiologico calo pressorio durante la notte e che esita poi in un aumento della pressione arteriosa delle 24 ore.
L’insonnia provoca anche un aumento della leptina con conseguente predisposizione all’aumento di peso, obesità e squilibri metabolici come diabete mellito.
La sindrome delle apnee del sonno induce una condizione di riduzione intermittente della saturimetria notturna causando la mancanza di ossigeno negli organi nobili e predisponendo quindi a patologie cario e cerebrovascolari come infarti del miocardio, fibrillazione atriale o ictus cerebrali.
Quali strumenti e tecnologie vengono utilizzati oggi per diagnosticare i disturbi del sonno in modo accurato?
I disturbi del sonno devono essere inquadrati in primis clinicamente da un medico esperto in medicina del sonno, in modo da rendere mirata e più specifica la diagnosi strumentale che oggigiorno è supportata da un esame chiamato polisonnografia o polisonnogramma.
La polisonnografia prevede uno studio base cardio-respiratorio nei pazienti in cui sospettiamo ci sia un disturbo tipo apnee notturne (OSAS) o sindrome da obesità ipoventilazione (OHS), per cui clinicamente accusa sonnolenza, è obeso, russa ed ha spesso comorbidità cardiologiche o una sindrome metabolica.
In casi selezionati clinicamente, la polisonnografia permette anche di studiare l’attività cerebrale con il posizionamento di elettrodi sul cranio (EEG) e sui muscoli tibiali (EMG) che ci permettono di analizzare rispettivamente una macro e microstruttura del sonno, attività bioelettriche anomale (epilessia) o la presenza di movimenti involontari degli arti, patologici quando rispettano alcune caratteristiche periodiche.
Ci sono abitudini o stili di vita che possiamo adottare per prevenire o alleviare i disturbi del sonno?
La prevenzione dei disturbi del sonno si attua mantenendo delle semplici regole di “igiene del sonno” ed uno stile di vita sano.
Le luci blu nelle tarde ore serali è ormai appurato che interferiscano con la produzione della melatonina endogena, necessaria per favorire l’inizio e il mantenimento del sonno.
Poi, evitare tisane che facciano svegliare per andare in bagno, così come attività fisica eccessiva nelle tarde ore serali, pasti troppo grassi a cena. Ultimo ma non meno importante, bisogna scacciare anche i cattivi pensieri.
Articolo del 27-02-2025